sabato 3 dicembre 2011

AMBURGO, GELA IL MARE ( E A MONACO -32°)

AMBURGO, GELA IL MARE  ( E A MONACO  -32°)

BONN
– Da cinque giorni la Germania è sferzata da un freddo senza molti precedenti durante questo secolo: e nulla fa sperare in un rapido ritorno a temperature più normali.
Da Nord a Sud, dal Mar Baltico alle Alpi, l’intera nazione è soffocata dalla neve e dal ghiaccio, con non pochi disagi per la popolazione e dolorose conseguenze per il traffico.
Grandi titoli sui giornali gridano: “Più freddo ad Amburgo che a Mosca”.
I termometri sono ancora più eloquenti.
Sono vari giorni che il mercurio non risale oltre 10 sotto lo zero.
Nel Centro – Nord, le temperature oscillano tra -12 e -18: a Sud, in Baviera, piombano a -24.
All’Aeroporto di Monaco si è registrato ieri -32.
Un aeroporto che ricorda – citiamo il suo direttore – “un immenso campo profughi”.
Oltre quattromila turisti britannici attendono, da domenica mattina di poter tornare a casa.
Monaco funziona, ma sono chiusi gli aeroporti londinesi di Gatwick e Luton.
Il traffico dei veicoli incontra ostacoli ovunque, nelle città, sulle strade e sulle autostrade.
(Anche i treni non corrono con la consueta puntualità.
Molti i ritardi nelle zone investite dalle bufere più impetuose).
Le continue nevicate hanno reso pressoché vana la fatica di chi – privato cittadino o autorità – tenta di tenere sgombre le vie, fattesi pertanto insidiose e per i veicoli e per i pedoni.
Il problema è aggravato dalla riluttanza a usare sale per non nuocere all’ambiente.
Esasperati, alcuni giornali gridano:
“Questa volta, pensiamo prima agli uomini piuttosto che alle piante”.
In Baviera, molte strade sono impercorribili.
Ovunque, la polizia esorta gli automobilisti a servirsi della vettura “soltanto se non possono farne a meno”.
Le acque nell’immenso porto di Amburgo cominciano a gelare.
A Berlino, le eccezionali temperature più gli scarichi delle auto costrette a passo d’uomo hanno innalzato a pericolosi livelli l’inquinamento atmosferico.
Lo smog è una piaga della città divisa, ieri si è diffuso il primo dei tre “allarmi” previsti dalle autorità, secondo la gravità della crisi.
L’aria ammorbata, e gelida, ricordava la vecchia Londra.
L’allarme è stato lanciato appena gli strumenti hanno indicato una presenza eccessiva nell’atmosfera di monossido di carbonio e di assido di zolfo.
Questo primo allarme già impone restrizioni severe, tanto più modeste nelle eccezionali condizioni artiche.
I berlinesi hanno dovuto abbassare i riscaldamenti e gli automobilisti sono stati invitati a servirsi, il più possibile, dei mezzi pubblici.
Nella repubblica federale, si sono avuti sintomi di inquinamento soltanto in alcuni centri della Rurh.
Una Germania glaciale, questo è lo spettacolo che ci offre il nuovo anno.
Resiste bene, senza conseguenze drammatiche, perché robusta è l’organizzazione: ma il disagio è intenso e non mancano i pericoli.
All’estremo Sud, riferiscono i comunicati, la minaccia delle valanghe si è fatta “acuta”.
Consigli, avvertimenti, allarmi, si susseguono sulle radio locali.

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